Una volta c'era il divieto assoluto, almeno in via di principio, di usare telecamere e altri impianti audiovisivi come mezzi di controllo dell’attività dei propri lavoratori durante i turni di servizio.
Ora invece, il loro utilizzo in azienda sarà permesso a leggere la bozza di Decreto Legislativo approvata dall’ultimo Consiglio dei Ministri che si è occupato dell’attuazione della delega del Jobs Act.
Più che di semplificazione degli adempimenti di lavoro l'impressione è che il suddetto schema di decreto metterebbe sotto costante controllo i dipendenti di un’azienda nelle seguenti tre ipotesi: esigenze organizzative o produttive, sicurezza del lavoro e tutela del patrimonio aziendale.
Elementi che, esclusa la sicurezza del lavoro, sono abbastanza a discrezione dell’imprenditore o del datore di lavoro come si vede. La bozza di decreto legislativo ha in pratica riformato l’articolo 4 della legge 300/1970 (lo Statuto dei lavoratori) sugli d’impianti audiovisivi introducendo un sanzioni ad hoc come la multa da 154 a 1.549 euro e l’arresto da 15 giorni a 12 mesi.
Ad oggi vige il divieto assoluto di utilizzo di impianti audiovisivi e altri strumenti per il controllo a distanza dell’attività dei lavoratori salvo che per le esigenze organizzative e per la sicurezza lavoro. La novità introdotta dal governo Renzi tramite questo Decreto Legislativo disciplina adesso i casi e le modalità di uso di impianti e apparecchiature audiovisive, il cui utilizzo eccezione diventa una facoltà del datore di lavoro.
Come detto per fare ciò bisognerà smantellare ancora, dopo la norma che ha reso più facili i licenziamenti, lo Statuto dei lavoratori, e l’imprenditore avrà la possibilità di controllare a distanza l’attività dei lavoratori anche al di là della norme in materia di sicurezza sul posto di lavoro e magari licenziare per motivi economici i lavoratori giudicati non in linea con le esigenze produttive.
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Telecamere in azienda per il controllo dei lavoratori
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